La sentenza della Cassazione sulle accuse di violenza nei confronti di un ex coordinatore dei volontari della Croce Rossa.
TORINO – La sentenza della Cassazione ha ribaltato tutto. Il processo nei confronti di un ex coordinatore dei volontari di Torino è da rifare. Come riportato dal Corriere della Sera, l’uomo è stato assolto in primo e secondo grado dall’accusa di violenza sessuale “perché la vittima non grida, non urla, non piange. Risponde alle chiamate di servizio mentre lui l’aggredisce, senza insospettire, anche solo volontariamente, il centralinista“.
La sentenza della Cassazione
La prima svolta in questa vicenda è arrivata in secondo grado. La Corte di Appello di Torino, infatti, aveva confermato l’assoluzione dell’uomo per un cavillo tecnico-giuridico, ma allo stesso tempo ha giudicato la vittima attendibile.
Un passaggio fondamentale per il ricorso presentato dalla Procura Generale al terzo grado di giudizio. La decisione della Cassazione ha completamente ribaltato le sentenze precedenti e ordinato un nuovo processo. Il dibattito inizierà nelle prossime settimane e non si escludono decisioni diverse da quelle prese in precedenza. Si tratta di un caso molto discusso in Italia dopo la decisione dell’assoluzione nonostante una richiesta di dieci anni da parte del pubblico ministero.
La vicenda
La sentenza della Cassazione è arrivata a quattro anni dal giudizio di primo grado, mentre i presunti episodi di violenza risalgono tra il 2010 e il 2011. Secondo l’accusa, l’ormai ex coordinatore di volontari della Croce Rossa avrebbe abusato della ragazza diverse volte.
Per l’uomo “era un pegno per poter continuare a lavorare ed evitare turni in posti meno spiacevoli rispetto agli ospedali”. Una vicenda che si era conclusa con l’assoluzione da parte dell’uomo perché “il fatto non sussiste”. La ragazza, però, non ha mai smesso di continuare la sua battaglia ed è arrivata la sentenza della Cassazione: il processo è da rifare. E nei prossimi mesi inizierà il nuovo percorso giudiziario.